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Il giudice interiore e le difese automatiche

Giudice interiore, Reiki, Consapevolezza, Transpersonale

Il giudice interiore e le difese automatiche

Il giudice interiore è l’ interiorizzazione delle figure di autorità che ti hanno accompagnato nell’ infanzia, i genitori in particolare.

Durante le varie fasi dell’adattamento e della crescita ne  hai assorbito i codici comportamentali, le ammonizioni, i valori, le credenze, le opinioni, le valutazioni e te le porti appresso.

Se in parte questo è stato necessario per la tua sopravvivenza, dandoti delle linee guida per essere accettato e amato e per inserirti poi nel mondo sociale, dall’altra parte, il condizionamento ricevuto diventa limitante quando continua ad agire nella tua vita, in modo inconscio, interferente e castrante.

E’ fondamentale che un giudice interiore si formi, il bambino ha bisogno di contenimento che viene dato,  prima dalla presenza degli adulti e poi dalla loro interiorizzazione, nello stesso tempo è anche necessario che ciascuno possa decidere per se stesso una volta adulto, in base alle proprie necessità, momento dopo momento.

In età adulta l’ attività del giudice interiore è soprattutto inconscia, per questo è spesso difficile riconoscerla. 

E’ una attività che agisce sui cinque livelli del tuo sistema: fisico, energetico, emozionale, mentale, spirituale.

La risorsa per accorgerti che il giudice interiore è in azione è la presenza. 

Così per esempio se ti trovi nell’ansietà, avverti un blocco allo stomaco, ti accorgi che hai una perdita di energia vitale, ti senti inadeguato, non percepisci il corpo, provi una forte rabbia, frustrazione, vergogna, senso di colpa, sai che da qualche parte il tuo giudice interiore è in azione.

I sintomi sono molteplici e soggettivi, di solito hanno a che fare con rigidità, tensioni nel corpo, reattività emozionale, perdita energetica.

Le difese automatiche.

Il motivo per cui il giudice interiore è per lo più inconscio è che il tuo sistema ha adottato modalità di difesa automatiche per sopravvivere alla sua stessa presenza.

Le difese  automatiche o primarie sono di base tre: fuga, lotta e congelamento.

Ciascuno di noi ha tutte queste difese e ne usa in particolare una che gli funziona maggiormente.

La fuga è una  difesa che ha diverse manifestazioni:

rimandare, fare finta di nulla, rimozione, dipendenze (da cibo, alcol, droghe, computer, TV, telefono, pettegolezzo, relazioni etc.) addormentarsi, avere una nebbia nella testa, shock, isolamento.

La lotta è una difesa che comporta una forte reattività  di solito emotiva e attiva: arrabbiarsi, voler avere ragione a tutti i costi, voler dimostrare di valere, un certo tipo di durezza, di determinazione, rigidità.

Il congelamento è una difesa percepibile nel corpo come insensibilità, nelle emozioni come blocco. Quando si manifesta di solito non percepiamo il corpo e/o ne abbiamo un’esperienza di completo blocco congelato e di anestesia.

Le difese primarie non sono sbagliate di per sé, ti difendono da un possibile attacco del giudice interiore in momenti in cui sta per emergere dentro di te qualcosa che il tuo giudice considera non accettabile e ti preservano anche dalla possibilità che questa emersione sia dolorosa in quanto contiene la memoria di punizioni, ammonizioni, svalorizzazioni ricevute in passato.

La limitazione di queste difese sta appunto nel fatto che sono automatiche, accadono da sole, senza che te ne accorgi e ti riportano immediatamente a momenti della tua storia personale, lontani nel tempo, che non sono necessariamente consci, in cui ti sei riparato o difeso esattamente allo stesso modo.

Allora era in ballo la tua sopravvivenza ora non è così e nell’esperienza che “non è così” puoi renderti conto che l’automaticità della difesa ti porta in un circolo vizioso legato al passato e  questa consapevolezza diventerà anche la risorsa per uscirne e trovare la tua libertà di essere.