Il Valore nel femminile
Essere noi stesse, libere come l’aquila che vola negli spazi infiniti del cielo e dall’alto vede prospettive ampie, senza confini…
E’ possibile?
La svalorizzazione chiude lo spazio, come ampliarlo?
Per recuperare il Valore è necessario fare i conti con l’attività del giudice interiore o super ego, l’interiorizzazione delle figure di autorità che abbiamo incontrato nella nostra vita, a partire dai genitori, insegnanti, maestri spirituali, con i loro valori e credenze, criteri di accettabilità e non, codici morali e regole che sono diventati un territorio conosciuto nel quale ci muoviamo o al quale reagiamo in nome di una libertà che non può essere tale se dettata dalla reattività.
Garantirci la sopravvivenza è la missione principale del nostro
giudice interiore, lo ha fatto nell’infanzia, possiamo anche essergli
grate per questo, ma in età adulta diventa limitante sottostare a regole
e codici che non ci appartengono e allo stesso modo diventa estenuante
lottare contro di essi.
In età adulta il programma di sopravvivenza è limitato e limitante, come un vecchio CD che si inceppa sulla stessa traccia, distorce il suono, si ripete è disarmonico.
Come femmine abbiamo ricevuto un condizionamento sul dover essere che ha un retaggio oltre che famigliare, collettivo, che non è certo stato leggero.
L’attività del giudice, per lo più inconscia e automatica, non è soltanto mentale, coinvolge tutto il nostro sistema psico-fisico, in particolare il sistema nervoso.
Ci sono sintomi di contrazione, chiusura, irrigidimento nel corpo e sintomi emozionali di reattività, rabbia, pianto, sofferenza, vergogna, umiliazione, isolamento, conflitto, senso di colpa, paura di non farcela, impotenza, il sentirci troppo o inadeguate, che ci segnalano la presenza del giudice interiore e la svalutazione in atto.
Con l’attenzione e la presenza iniziando dal corpo e dal sentire, è possibile portare dall’inconscio alla consapevolezza l’attività del super ego.
Possiamo così riconoscere, momento dopo momento, quale delle figure di autorità interiorizzate si è attivata (mamma, papà, nonna, insegnante….) e ricorrere a tecniche base (come lo stop, usando l’aggressività contro il nostro giudice per difenderci consapevolmente da lui) e poi usare tecniche più raffinate per fermare i suoi tentativi di sabotaggio e svalutazione e vivere anziché sopravvivere.
Insegno queste tecniche nei percorsi sulla Libertà di essere se stessi e
il giudice interiore che facilito da anni con gioia e passione.
Grazie a questi strumenti la prospettiva della realtà, del mondo e di me stessa si è ampliata e ora vedo che i confini non esistono se non nella mente condizionata e nel corpo fisico che è impermanente e trovare Chi sono è una scoperta continua che mi incuriosisce e mi apre.